Il caro prezzi non si ferma e questa volta fa volare il costo di un alimento che viene consumato tutti i giorni. Una vera batosta per i consumatori: le novità.
Un rapporto diffuso dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha evidenziato come l’inflazione dei paesi Ocse sia rimasta stabile a luglio, con un rallentamento del calo energia e un aumento dei prezzi alimentari. Dati che continuano a preoccupare, soprattutto se si prendono le cifre di dicembre 2019, ovvero al pre-Covid, dove si nota come l’inflazione cumulativa ammonti al 34,5%.

Parlando nello specifico dei prodotti alimentari, rispetto al 2019 costano addirittura un terzo di più. Un dato diffuso dall’Istat che conferma quello che i consumatori hanno notato in questi anni in merito all’andamento dell’economica. Un’impennata dei prezzi motivata solo per un po’ dal caro energia. Una situazione che, a quanto pare, non si fermerà tanto facilmente. Secondo il Centro studi di Unimpresa entro la fine dell’anno il caffè diventerà un lusso, toccando cifre incredibili fino a poco tempo fa.
Caro caffè, prezzi alle stelle entro fine 2025: le novità
Sorseggiare una tazzina di caffè bollente al bar potrebbe essere una pausa non per tutti. Sebbene sia un’abitudine giornaliera per milioni di italiani, questa potrebbe diventare entro la fine dell’anno in corso un “lusso” che si possono concedere poche persone. A rivelarlo sono alcuni dati raccolti dal Centro studi Unimpresa, che ha messo in allerta i consumatori.
I dati hanno mostrato come si potrebbe toccare la soglia dei 2 euro a tazzina entro dicembre 2025. Una cifra che arriverebbe dopo anni di rincari dal 2019 a oggi. Si parla quindi di un aumento superiore al 50% rispetto a cinque anni fa, con il costo medio del caffè salito a 0,87 centesimo a oltre 1,30 euro, con alcune punte che sfiorano addirittura gli 1,43 euro in diverse città settentrionali.

Delle vere e proprie impennate come ha sottolineato il Centro studi di Unimpresa, che entro la fine di quest’ano toccherà una soglia media mai raggiunta prima. I rincari sono alimentati da alcuni fattori: i cambiamenti climatici, l’aumento dei costi logistici ed energetici, le nuove manovre normative europee e, ovviamente, l’inflazione. Anche se non bisogna sottovalutare gli aumenti subiti da manodopera e imballaggi.
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Nonostante queste difficoltà, il mercato italiano non ci pensa minimamente a rinunciare a una bella tazzina di caffè fumante. Non è una questione solo economica, ma un vero e proprio rito per milioni di italiani. Un’abitudine che alcune persone potrebbero tirare indietro proprio a causa dei rincari. Non c’è da stupirsi del fatto che alcune azienda abbiano deciso di iniziare a sperimentare delle alternative al caffè tradizionale.